War & Peace
Vernacular Social Club (Lukas Birk, Jean-Marie Donat)
Il turismo di guerra si colloca nel punto delicato in cui si intrecciano memoria, spettacolo e desiderio.
Dalle rovine bombardate ai luoghi delle stragi, dai carri armati ai resti di regimi crollati, la fascinazione per i conflitti ha dato forma a un tipo particolare di turismo. Non si tratta solo di viaggi per onorare o ricordare, ma anche per vedere, consumare, abitare temporaneamente il teatro della guerra. Queste visite confondono commemorazione e curiosità, riflessione e messa in scena. Documentando e fotografando questi luoghi, rischiamo di trasformare le ferite in attrazioni e il silenzio in souvenir.
Per la mostra War & Peace, il Vernacular Social Club presenta uno studio fotografico che mette in scena il linguaggio visivo del turismo di guerra. Entra nei nostri scenari plurimi, modellati dal conflitto e pensati per la riflessione, e fatti scattare una foto. L’immagine che porterai via è al tempo stesso artefatto e commento, un promemoria del fatto che la guerra non resta solo nei luoghi, ma anche nelle immagini che decidiamo di conservare.
War tourism exists at the uneasy crossroads of memory, spectacle, and desire.
From visiting bombed-out buildings and massacre sites to posing beside tanks or fragments of fallen regimes, our fascination with conflict has long shaped a particular kind of tourism. These are not just journeys to grieve or honour, but also to see, to consume, to momentarily inhabit the theatre of war. Such visits blur commemoration with curiosity, and reflection with reenactment. In mapping and photographing these spaces, we risk turning scars into attractions and silence into souvenirs.
For the War & Peace exhibition, the Vernacular Social Club presents a studio installation that stages the visual language of war tourism. Step into our multifaceted sceneries, landscapes shaped by conflict, constructed for reflection, and have your portrait taken. The photograph you take away is both artefact and commentary, a reminder of how war lingers not only in geography but in the images we carry home.
Vernacular Social Club
Il Vernacular Social Club è una comunità globale dedicata alla reinterpretazione del passato attraverso la fotografia quotidiana. I loro sforzi collaborativi mirano a promuovere una comprensione più profonda delle questioni storiche e contemporanee mostrando immagini vernacolari di diverse culture. Tra i fondatori ci sono Lukas Birk e Jean Marie Donat.
Vernacular Social Club is a global community dedicated to reinterpreting the past through everyday photography. Their collaborative efforts aim to foster a deeper understanding of historical and contemporary issues by showcasing vernacular imagery from diverse cultures. Amongst the founders there are Lukas Birk and Jean Marie Donat.
Lukas Birk
Lukas Birk è un fotografo, archivista ed editore austriaco il cui lavoro si concentra sulla conservazione e sull’interpretazione delle culture visive, in particolare nelle regioni colpite da conflitti. Ha avviato progetti come il Myanmar Photo Archive, per la conservazione del patrimonio fotografico del Myanmar, e ha condotto ricerche approfondite sulle macchine fotografiche afghane. L’approccio multidisciplinare di Birk combina fotografia, ricerca e narrazione per esplorare i temi della memoria e dell’identità.
Lukas Birk is an Austrian photographer, archivist, and publisher whose work focuses on preserving and interpreting visual cultures, particularly in regions affected by conflict. He has initiated projects like the Myanmar Photo Archive, conserving Myanmar’s photographic heritage, and has conducted extensive research on Afghan box cameras. Birk’s multidisciplinary approach combines photography, research, and storytelling to explore themes of memory and identity.
Jean-Marie Donat
Jean-Marie Donat è un artista, collezionista ed editore francese con sede a Parigi. In più di trentacinque anni ha accumulato una vasta collezione di fotografie vernacolari, che offrono uno sguardo unico sulla storia sociale del XX secolo. Nel 2015 Donat ha fondato le Éditions Innocences, concentrandosi sulla pubblicazione di opere che mettono in luce il suo vasto archivio fotografico. Il suo lavoro curatoriale enfatizza la ricontestualizzazione di immagini anonime per rivelare narrazioni culturali più ampie.
Jean-Marie Donat is a French artist, collector, and publisher based in Paris. Over more than thirty-five years, he has amassed a vast collection of vernacular photographs, offering unique insights into 20th-century social history. In 2015, Donat founded Éditions Innocences, focusing on publishing works that highlight his extensive photographic archives. His curatorial work emphasizes recontextualizing anonymous imagery to reveal broader cultural narratives.
