Voce del verbo “vernacolare”.
La lingua, intesa come linguaggio, si evolve, cambia e si adatta alle nuove tecnologie. Di conseguenza, nuovi idiomi e parole si aggiungono al vocabolario e al lessico delle persone. È così che la parola “vernacolare” si sta trasformando: da aggettivo a verbo.
A cosa è dovuto questo cambiamento? Forse a una gestualità, a quel modo di fotografare a cui il tanto bistrattato smartphone ci ha abituato. Vernacolare è quindi un modo di guardare il mondo, di raccontare, è un gesto, un’azione. Presente indicativo: Io vernacolo, tu vernacoli, egli vernacola…
Il festival GU.PHO., per sua scelta, non assegna un tema, un argomento o una linea guida da seguire. È una impostazione che permette di presentare un variegato ventaglio di lavori e che lascia spazio alle idee degli artisti. Quest’anno, però, le proposte degli ospiti e delle mostre ci portano a esplorare il terreno del “falso”, il cosiddetto fake, per rispondere all’annosa domanda che assilla da sempre tutti gli appassionati di fotografia: la fotografia è verità? È documento? È prova?
Il manifesto di questa terza edizione, nato dalla creatività di Luca Lattuga, partendo da queste riflessioni lascia intuire che realtà e finzione si muovono su un terreno comune, dove il confine è sottile e non sempre esplicito.
Seguendo questa linea, lo schermo del cinema, frontiera tra vita reale e storie verosimili, caratterizza l’inaugurazione del festival giovedì 20 giugno con la proiezione del film Foto di famiglia del regista giapponese Ryôta Nakano. Michele Smargiassi, in qualità di relatore, aiuta invece a capire se esistono o meno “fotografie private”. Proprio lui che una risposta l’ha data, in maniera esemplare, col libro È un’autentica bugia!. Joan Fontcuberta, altro ospite illustre di quest’anno, ha addirittura costruito la sua carriera di fotografo e studioso sulla creazione di falsi fotografici e ne parla nel suo talk La furia delle immagini. Erik Kessels, nostro immancabile ospite nonché ambasciatore, presenta un set fotografico, una finzione che permette ai visitatori di ritrarsi e al contempo di riflettere sul gesto che porta le persone a toccare gli oggetti accanto ai quali sono ritratte. Un sottile filo rosso lega il tutto con una virtuale camera ardente di Lenin, nel centenario della sua morte. Questa indagine culmina con la condivisione dello straordinario ritrovamento fotografico di Sara Munari, che potrebbe riscrivere la storia della fotografia.
A corollario di questa cornice in equilibrio tra realtà e finzione, ci sono come sempre le mostre degli artisti che, con i propri lavori o pubblicazioni, riescono a toccare il cuore e la sensibilità dei visitatori.
Vi aspettiamo, noi vernacoliamo! Voi vernacolate?
La terza edizione
quattro giorni di mostre e di talk
La terza edizione di GU.PHO. si terrà sempre nella stupenda cornice del castello di Guiglia, in provincia di Modena. Sarà un lungo weekend di mostre, talk ed eventi. La manifestazione è a ingresso gratuito e nelle giornate di sabato e domenica sarà presente uno stand gastronomico a cura della ProLoco di Guiglia che servirà il borlengo tradizionale. I visitatori potranno poi godere anche dell’ospitalità delle strutture recettive e della bellezza delle colline appenniniche piene di storia e paesaggi incantevoli.
La terza edizione del festival occuperà un lungo weekend di giugno: aprirà le sue porte giovedì 20 con la proiezione del film “Foto di famiglia” di Ryota Nakano e fino a domenica 23 si parlerà di fotografia vernacolare con Michele Smargiassi, Sugar Paper, Lukas Birk, Joan Fontcuberta, PetriPaselli ed Erik Kessels.
Gli artisti coinvolti con le loro mostre saranno Lukas Birk, Jean-Marie Donat, Erik Kessels con Karel de Mulder e Thomas Sauvin, Chantal Rens, Alessandra Calò, Maurizio Locatelli, Sara Munari, PetriPaselli, Sergio Smerieri, Archivio di Famiglia, Cartacea Galleria, Associazione Mezaluna e Vernacular Social Club.
Quattro giorni di Talk e mostre per parlare di fotografia vernacolare, ovvero delle immagini scattate da persone comuni (non professioniste) alle situazioni della vita quotidiana, per uso personale. Si tratta dell’applicazione della fotografia alla dimensione natia, privata, paesana o familiare, dove l’obiettivo è quello di catturare un ricordo o un momento introspettivo e particolare. Il Festival Internazionale di Fotografia Vernacolare di Guiglia non intende rimpiangere o far rimpiangere i tempi passati, non vuole paragonare medium differenti per stabilire quale sia il migliore. GU.PHO. vuole semplicemente riflettere sulla fotografia, sul suo cammino, sul suo cambiare, soffermandosi su ciò che forse non è stato detto o capito.
La manifestazione è organizzata in collaborazione con l’ Associazione culturale Mezaluna di Vignola.
Comitato scientifico
Sergio Smerieri
direttore artistico
Giorgia Padovani
ufficio stampa
Marcello Coslovi
rapporti con gli artisti