War & Peace
Vernacular Social Club (Lukas Birk, Jean-Marie Donat)
War & Peace è un’esplorazione visiva collettiva del conflitto e dell’armonia attraverso la fotografia vernacolare. Immagini provenienti da tre continenti riflettono sulle dicotomie di guerra e pace in vari contesti globali. Si spazia da scatti gioiosi ad astratti, e a volte profondamente sconvolgenti, catturando la complessità dell’esperienza umana. La fotografia vernacolare – istantanee quotidiane e spontanee – offre spunti su come le persone comuni vivono ed elaborano queste forze opposte. Gli spettatori, attraverso un’esperienza interattiva e immersiva, sono invitati a riflettere sulle tensioni tra serenità e caos, stimolando prospettive diverse su questioni storiche e contemporanee.
War & Peace offers a collective visual exploration of conflict and harmony through vernacular photography. Images from three different continents reflects on the dichotomies of war and peace in various global contexts. The photographs range from joyful to abstract, and at times, deeply harrowing, capturing the complexities of human experience. The exhibition emphasizes vernacular photography, unposed, everyday snapshots that provide raw, intimate insights into how ordinary people experience and process these opposing forces. As an interactive and immersive experience, it invites viewers to reflect on the tensions between serenity and chaos, offering diverse perspectives on historical and contemporary issues.
Vernacular Social Club
Il Vernacular Social Club è una comunità globale dedicata alla reinterpretazione del passato attraverso la fotografia quotidiana. I loro sforzi collaborativi mirano a promuovere una comprensione più profonda delle questioni storiche e contemporanee mostrando immagini vernacolari di diverse culture. Tra i fondatori ci sono Lukas Birk e Jean Marie Donat.
Vernacular Social Club is a global community dedicated to reinterpreting the past through everyday photography. Their collaborative efforts aim to foster a deeper understanding of historical and contemporary issues by showcasing vernacular imagery from diverse cultures. Amongst the founders there are Lukas Birk and Jean Marie Donat.
Lukas Birk
Lukas Birk è un fotografo, archivista ed editore austriaco il cui lavoro si concentra sulla conservazione e sull’interpretazione delle culture visive, in particolare nelle regioni colpite da conflitti. Ha avviato progetti come il Myanmar Photo Archive, per la conservazione del patrimonio fotografico del Myanmar, e ha condotto ricerche approfondite sulle macchine fotografiche afghane. L’approccio multidisciplinare di Birk combina fotografia, ricerca e narrazione per esplorare i temi della memoria e dell’identità.
Lukas Birk is an Austrian photographer, archivist, and publisher whose work focuses on preserving and interpreting visual cultures, particularly in regions affected by conflict. He has initiated projects like the Myanmar Photo Archive, conserving Myanmar’s photographic heritage, and has conducted extensive research on Afghan box cameras. Birk’s multidisciplinary approach combines photography, research, and storytelling to explore themes of memory and identity.
Jean-Marie Donat
Jean-Marie Donat è un artista, collezionista ed editore francese con sede a Parigi. In più di 35 anni ha accumulato una vasta collezione di fotografie vernacolari, che offrono uno sguardo unico sulla storia sociale del XX secolo. Nel 2015 Donat ha fondato le Éditions Innocences, concentrandosi sulla pubblicazione di opere che mettono in luce il suo vasto archivio fotografico. Il suo lavoro curatoriale enfatizza la ricontestualizzazione di immagini anonime per rivelare narrazioni culturali più ampie.
Jean-Marie Donat is a French artist, collector, and publisher based in Paris. Over more than 35 years, he has amassed a vast collection of vernacular photographs, offering unique insights into 20th-century social history. In 2015, Donat founded Éditions Innocences, focusing on publishing works that highlight his extensive photographic archives. His curatorial work emphasizes recontextualizing anonymous imagery to reveal broader cultural narratives.
